A proposito delle scalette dei concerti di Elvis

 

Le scalette dei concerti di Elvis sempre uguali... Non mi risulta, credo si tratti soltanto dell'ennesima critica gratuita mossa nei confronti di questo straordinario artista. Ecco, se io dovessi essere negativo sulla base di qualcosa di concreto, allora potrei dire che Elvis tirò troppo per le lunghe il siparietto con J.D. Sumner durante l'esecuzione di I Got a Woman, oppure che rinunciò sistematicamente - a volte inspiegabilmente - a un buon numero di brani che avrebbero ampiamente meritato di essere eseguiti dal vivo. Ancora, che in concomitanza con l'uscita di nuovi album in studio si diede ben poco da fare - con la possibile eccezione di Today - per far conoscere le canzoni in essi contenute al pubblico. Cose di questo genere, insomma, ma le scalette cambiavano eccome. Magari molto meno negli ultimi due anni passati in tour, tuttavia anche nel tratto finale della sua irripetibile carriera Elvis dimostrò di essere sempre in grado di inserire qualcosa di nuovo. A questo proposito, l'esempio più calzante è dato da Unchained Melody (da lui eseguita al piano) a partire dalla fine del 1976. Quanto alla struttura dello show, variava di anno in anno, basta scorrere le set list dei concerti iniziando dal 1969 e proseguendo fino al termine dell'attività concertistica di Elvis per constatarlo.

In termini pratici, se prendiamo come campione uno dei quattro spettacoli che Elvis tenne al Madison Square Garden nel 1972 (partenza col botto - brani contemporanei - carrellata di vecchi successi - ritorno a materiale più recente) e lo paragoniamo a uno del 1973 ci rendiamo facilmente conto che i blocchi sono già meno distinti, così come, se volgiamo lo sguardo all'inizio del 1974, risulta evidente che Elvis rinunciò a una serie di highlights molto apprezzati dai fan in virtù di un set più asciutto. A Las Vegas, nell'estate di quello stesso anno fece un opening rivoluzionario, cambiando completamente la natura del suo spettacolo. Se è noto che nel corso di quella stagione Elvis tornò sui suoi passi, ciò non toglie che provò a fare qualcosa di profondamente innovativo per i suoi abituali standard e che molti dei "nuovi pezzi" rimasero in repertorio.

Si tratta di semplici esempi, ne potrei portare altri ma oggi non ho intenzione di approfondire ulteriormente l'argomento. Semplicemente, mi pare inverosimile accusare Elvis di immobilità senza cognizione di causa. Se poi a qualcuno sembra strano il fatto che continuasse a proporre in veste live classici del calibro di Hound Dog, Teddy Bear, Jailhouse Rock e Love Me, rispondo tranquillamente che tutti gli artisti sono più o meno costretti a ripetere all'infinito i grandi successi dei rispettivi cataloghi. Mi sembra anche logico. La gente che paga il biglietto ha il sacrosanto diritto di ascoltare le canzoni che ha amato profondamente, spesso per una vita intera. Personalmente ho visto i Jethro Tull in concerto sedici o diciassette volte (non ricordo con precisione, dovrei controllare) nell'arco di circa 35 anni: non mi pare abbiano rinunciato, anche una sola volta, a Aqualung e Locomotive Breath. Che poi Elvis si fosse stancato di cantare i suoi million seller, che li tirasse via per passare a qualcosa di più stimolante è un dato di fatto, però doveva farli e li fece, mosso dal grande rispetto che nutriva nei confronti del proprio pubblico. 

Queste considerazioni mi sono venute in mente davanti al cd che vi mostro, questo Saturday Night Fever (che titolo!) contenente il dinner show del 30 marzo 1975. Scorrendone la track list ho pensato a quanto fosse bella. In effetti, bella lo è davvero, grazie alla presenza di pezzi come My Boy, I'll Remember You, How Great Thou Art, The First Time Ever I Saw Your Face, And I Love You So, Big Boss Man, Burning Love... Roba forte. A proposito, nessuno dei brani appena citati venne eseguito da Elvis quando tornò ad esibirsi nel 1969... Allora facciamo girare questo dischetto, senza stare a pensare a quanto fossero ferme le scalette dei concerti di Elvis.

Commenti

Post popolari in questo blog

C'era una volta l'album Elvis (Fool)

Steamroller Blues, per l'ultima volta